“Io seleziono, olio, la tua inesauribile pace, la tua essenza verde, il tuo ricolmo tesoro che discende dalle sorgenti dell’ulivo.”

Pablo Neruda

ORIGINI DELLA PIANTA D’ULIVO

Gli amati alberi della masseria Olère hanno antenati più che millenari. Gli storici non sono d’accordo sul luogo di nascita e diffusione degli olivi: la maggioranza, però, sostiene che l’ulivo sia nato in Asia circa 6.000 anni fa. Secondo alcuni, poi, sarebbe stato portato ad Atene da Cecrope o Aristeo per poi essere diffuso in Sicilia, in Sardegna, in tutto il resto d’Italia e dell’Europa meridionale; altri, invece, ritengono sia arrivato prima in Francia, a Marsiglia, e poi sia stato coltivato in Gallia e in Italia.

Un diverso approccio alle origini, invece, vuole che l’ulivo coltivato, e dunque domestico, derivi da una specie selvatica esistente dai tempi più remoti in Sicilia e in Sardegna. In ogni caso la coltura dell’olivo ha preso concretamente piede in Italia circa 600 anni prima dell’era volgare, durante i primi secoli della fondazione di Roma, diffondendosi dalle coste verso l’interno.

GLI ULIVI NELLA RELIGIONE, NELLA MITOLOGIA E NELLA LETTERATURA

Innumerevoli racconti, miti e poesie testimoniano l’importanza simbolica che l’ulivo ha rivestito e riveste nell’immaginario collettivo. Nella Bibbia si racconta di come la colomba, dopo il Diluvio Universale, abbia portato proprio un ramoscello d’ulivo (Genesi 8:11). Gesù si ritirò a pregare nel giardino dei Getsemani (parola che in aramaico vuol dire “frantoio”) prima di essere crocefisso, e una leggenda vuole che i tronchi dritti degli ulivi siano diventati così contorti proprio allora, per ribellarsi a chi voleva utilizzarli per costruire la croce e diventando così inadatti a quello scopo.

Nella mitologia greca, invece, si narra di una sfida tra Atena e Poseidone per dare il nome a una città dell’Attica: Zeus decretò che avrebbe vinto chi avesse fatto il dono più bello e la dea della sapienza scelse proprio l’ulivo, simbolo di pace, in grado di nutrire, illuminare e riscaldare. Vinse la sfida e la città venne chiamata Atene. In tempi più recenti, gli ulivi hanno ispirato poeti come Pascoli, D’Annunzio e Montale che ne hanno cantato la bellezza e le qualità nei loro componimenti.

Ci rende felici e orgogliosi sapere che gli alberi di Olère abbiano alle spalle una così gloriosa tradizione.

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